Indagine “Uso improprio di cellulari e Smartphone in strada” su 2600 giovani – ideata e condotta da Barbara Riva per Polis Lombardia .
Uso improprio di cellulari e di Smartphone in strada: il pericolo si incorre anche a piedi ed in bici, ma in troppi non considerano questo rischio.
Sull’utilizzo improprio in strada di cellulari e di Smartphone è stata condotta un’indagine su 2600 giovani. I dati parlano chiaro: anche se molti giovani conoscono i rischi di tali comportamenti, ancora in troppi sono legati da luoghi comuni e da un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità attentive di tipo multitasking. La motivazione che sottostà a tanti inopportuni comportamenti è complessa e collegata anche a forme di dipendenza da questo e da altri simili device, che possono portare a vere e proprie patologie, tra cui la Nomofobia.
Sono emersi dati che devono far riflettere e far perseverare tutti gli enti preposti alla formazione sui temi della distrazione in strada, non solo alla guida, ma anche quando gli individui la percorrono a piedi, o in bici o in “moto”.
L’indagine affidatami da Polis Lombardia e promossa dalla DG Sicurezza della Regione Lombardia in stretta sinergia con l’ufficio scolastico provinciale è stata rivolta a ben n. 2612 giovani, di cui n. 1553 femmine e n. 1059 maschi, frequentanti le classi 4° e 5° degli Istituti Scolastici Superiori della Città Metropolitana di Milano.
Sono scaturiti dati, in alcuni casi preoccupanti, nonostante una buona parte degli intervistati appaia essere al corrente dei rischi che si incorrono utilizzando lo Smarthone in strada.
Si tratta di rischi più complessi rispetto a quelli che si incorrevano con l’utilizzo del cellulare (comunque seri) a causa delle potenzialità che le apparecchiature cellulari di ultima generazione hanno. Le nuove strumentazioni permettono infatti una serie di funzionalità e di applicazioni, che hanno amplificato notevolmente le possibilità di rischio. Basti pensare, anche solo ai nuovi sistemi di messaggistica (con annesse implicazioni anche di tipo emotivo).
Ovviamente questi rischi sono generati dall’uso improprio che un individuo fa di questi device e non dal device in se e per sé.
Troppo spesso esonerati dalle indagini e dalle statistiche, potenziali diffusori di questi rischi sono anche i pedoni, i ciclisti e i conducenti di “moto”, sempre più distratti da messaggistiche e app.
Tra i nuovi comportamenti a rischio più diffusi, tra chi utilizza lo Smartphone in strada, l’indagine ha posto l’accento sul guardare una notifica appena arriva e l’ascoltare la musica in cuffiette.
Gli intervistati che affermano di guardarci subito sono prevalentemente, coloro che considerano lo Smartphone lo strumento di relazione per eccellenza e la voce dei loro sentimenti, e non coloro che lo considerano solo “un telefono o un pc” od “altro”.
La motivazione per cui chi ci guarda lo fa subito è la curiosità.
L’indagine ha sondato anche che tipo di attaccamento i giovani hanno verso il device ed anche questi risultati confermano l’opportunità di potenziare iniziative di prevenzione a favore di un uso intelligente delle nuove tecnologie dalle mille potenzialità e dalle altrettante possibilità di rischio (si pensi ad esempio al cyber bullismo o alle truffe on line, ecc.)
Sempre l’indagine fa emergere alcune opinioni allarmanti rispetto alla percezione del fenomeno distrazione da uso improprio di Smartphone in strada.
La mancanza di una piena consapevolezza degli intervistati circa la complessità del fenomeno distrazioni in strada è dato anche dalle alte percentuali registrate per l’ascolto di musica tramite cuffiette.
Emerge invece, abbastanza chiaramente, (e per fortuna) un monito verso coloro che si fanno selfie o postano in strada, anche se tale percezione appare più evidente nel caso della conduzione di veicoli a motore.
Ancora più marcate le frequenze nel caso del postare.
Positiva anche l’opinione che gli intervistati hanno rispetto ad azioni utili per la prevenzione e quindi la promozione della sicurezza stradale: azioni che, per efficacia, a dirla degli stessi giovani intervistati, possono spaziare da interventi di tipo informativo e formativo ad azioni di controllo e di repressione.
Non solo la maggioranza del campione intervistato per contrastare il fenomeno è infatti a favore di iniziative di educazione stradale, ma ritiene abbastanza e molto utili persino i controlli, le sanzioni e le decurtazioni dei punti della patente. Sono emersi dati che fanno persino pensare ad un cambiamento di mentalità da parte dei giovani, in merito all’opportunità, almeno delle norme oggetto di indagine.
Come anticipato, rimane però un dato allarmante quello della quantità dell’uso giornaliero di questi nuovi device, quantità che dimostra abitudini e ben propri “attaccamenti” allo strumento. I risultati evidenziano infatti qualche “campanello di allarme” rispetto a possibili comportamenti borderline tra l’abitudine e la patologia: primo fra tutti quello definito “Nomofobia”, una forma di dipendenza che si può ricondurre alle più generali forme di “new addiction”, tra le quali spiccano, le dipendenze da Smartphone e da Internet.
Barbara Riva, sociologa esperta in comunicazione, sicurezza stradale e urbana, legalità – giornalista pubblicista